Il nostro manifesto

L’Europa, una terra politica vitale e promettente per la Sinistra 

L’Europa è una realtà politica. Essa entra nella vita della Città; in quanto cittadini, lavoratori, imprenditori, consumatori, studenti, l’Europa ci riguarda.

L’Europa è un luogo di produzione di decisioni e di norme che hanno tutte delle ripercussioni più o meno dirette sulle nostre vite quotidiane. E’ un luogo di potere che i partiti politici devono investire per dargli un colore partigiano. L’Europa non è determinata a priori. L’Europa, di per sé, non è neoliberale né socialdemocratica: è quello che ne facciamo noi.

Pertanto, mentre i poteri del Parlamento europeo aumentano e fanno di quest’ultimo un vero co-legislatore, l’adesione dei cittadini all’Europa diminuisce e la critica di un’Europa tecnocratica e brussellese si rinforza. Questo paradosso riflette una distanza crescente tra la localizzazione sempre più europea del potere decisionale e giurisdizionale con la strutturazione dello spazio pubblico e dell’immaginario politico, che resta essenzialmente nazionale.

Questa disaffezione è altrettanto preoccupante presso i progressisti : mentre l’Unione europea è divenuta livello politico inevitabile per portar avanti le lotte, questi ultimi faticano ad investirvi.

In questi tempi di crisi economica, sociale e ambientale, il bisogno d’Europa, di più Europa, è affermato a sinistra così come a destra. Mentre s’impone la stretta interdipendenza delle economie globalizzate, a maggior ragione europee, diventa utopico pensare a riformare e a proteggere efficacemente, limitandosi al livello nazionale. La promozione e la preservazione di un modello economico e sociale progressista, meglio regolato, più solidale e duraturo, è divenuto oramai impensabile senza l’Unione Europea.

Ora, i progressisti restano in disparte sulle tematiche europee. Alcuni di loro mantengono un rapporto schizofrenico con l’Europa, percependola, alle volte, come un progetto umanista, pacifico e cosmopolita, altre, come un vettore di liberalismo eccessivo, di dumping sociale e di politiche d’austerità. Questa mancanza d’impegno europeo spiega in parte perché la famiglia progressista peni oggi a cogliere le possibilità politiche aperte con la crisi, e perché non convinca come dovrebbe, mentre la situazione economica le dà in gran parte ragione.

Questa disaffezione civica e questo disamore progressista s’intrattengono reciprocamente. L’atrofia del discorso riformista sull’Europa non permette di alimentare un dibattito europeo che confronti più visioni politiche capaci d’interpellare il cittadino. Da cui deriva l’immagine di un’Europa distante che detta le sue regole da Bruxelles, e la “bacchettoneria” dei governi nazionali, che screditano davanti ai propri elettori le misure che essi stessi hanno adottato, attribuendosi, per di più, il successo delle politiche europee.

Questo circolo vizioso deve esser ribaltato : i partiti progressisti devono investirsi pienamente a livello europeo per dare delle risposte più credibili alle preoccupazioni dei cittadini e creare un vero dibattito politico europeo. In una parola: appropriarsi dell’Europa per politicizzarla.

EuroCité è un gruppo di pensiero europeo progressista di sinistra, animato da un’équipe pluridisciplinare di giovani ricercatori, giuristi, donne e uomini politicamente impegnati, di alti funzionari e di esperti del settore privato, EuroCité si dà per obiettivo di contribuire allo sviluppo di una visione e di un programma progressisti per l’Europa. Perciò, EuroCité si prefigge di produrre degli studi di fondo sulle principali tematiche europee, unendo l’esigenza analitica e mira programmatica. EuroCité ha l’ambizione di seguire e di commentare giorno per giorno l’attualità politica, intellettuale e culturale europea.

L’Europa è una terra politica vitale e promettente: a noi progressisti di coltivarla.

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